La provincia di Salerno non è a misura di bambini e non brilla neanche per la qualità della vita degli “over 65”. Ma, quasi a sorpresa, il territorio viene indicato come “eccellente” per i giovani fra i 18 e i 35 anni.
A certificarlo è l’indagine sulla qualità della vita generazionale del Sole 24 Ore che misura con 12 parametri la vivibilità dei territorio per bambini (0-12 anni), giovani e anziani. Gli indicatori sono stati selezionati per evidenziare particolari aspetti che influenzano la qualità della loro vita. Ad ogni parametro è stato poi assegnato un punteggio per ciascuna provincia. E la classifica finale è il risultato della media dei punteggi conseguiti. I tre nuovi indici documentano così la capacità delle istituzioni di mettere in campo servizi efficienti, le relative condizioni di vita, le lacune nei confronti dei più fragili e le aspettative dei più giovani. Ne emerge un quadro nel quale, da Nord a Sud, i divari territoriali assumono purtroppo anche contorni generazionali.
Il Salernitano non è un eden per bimbi. Il divario in provincia assume contorni preoccupanti soprattutto per i bambini fino a 12 anni. Perché, secondo la ricerca del quotidiano economico, il territorio salernitano è addirittura nelle ultime posizioni, precisamente al 97esimo posto nella graduatoria delle province, con una media di 308,3 punti. E poco importa se, rispetto allo scorso anno, sono state “guadagnate” quattro posizioni: il dato di essere tra i “peggiori” resta sempre attuale. Il parametro meno brillante, per usare un eufemismo, riguarda l’accessibilità delle scuole: in questo caso la provincia si piazza addirittura al penultimo posto nazionale (106), con una percentuale di scuole senza barriere fisiche per i diversamente abili di appena il 19,4% e un punteggio complessivo di 35,2. E proprio il patrimonio immobiliare scolastico è il tallone d’Achille di Salerno e provincia, che la fa precipitare in fondo alla classifica. Perché tra i peggiori d’Italia è pure il dato riguardante le scuole con la mensa (84) e dotate di palestra (70). E anche i posti negli asili nido confermano questo trend negativo, che penalizza il salernitano. In questo caso, infatti, la posizione è la 85esima, mentre per lo spazio abitativo è all’81esimo posto. Va decisamente meglio per gli altri parametri: tasso di fecondità (44), pediatri (46), studenti per classe (49), giardini scolastici (48), verde attrezzato (59), indice sport e bambini (67), delitti denunciati ai danni di minori (32).
Over 65 penalizzati. E il salernitano, sempre secondo l’indagine del Sole, non è neppure una provincia ideale per gli over 65. Anche in questo caso la graduatoria assoluta non sorride a Salerno, che si piazza in 71esima posizione, migliorando tuttavia di 21 posizioni la performance del 2021. A differenza dei parametri per i bambini, stavolta a far pender la bilancia verso il fondo della graduatoria non è una precisa problematica ma una serie di concause, che vanno dalla sanità fino ad arrivare alla mancanza di spazi. E, in particolar modo, a penalizzare il territorio che va da Scafati a Sapri è la speranza di vita a 65 anni (90), seguita dalla mancanza di orti urbani (91), dall’assistenza domiciliare (84), dal consumo di farmaci per malattie croniche (75), dalle biblioteche (75), dal trasporto anziani e disabili (72). Ci sono, però, anche servizi quasi d’eccellenza, come gli indici di dipendenza degli anziani (8) e il consumo di farmaci per depressione (8). Gli altri parametri rientrano più o meno nella media: inquinamento acustico (52), infermieri (45), geriatri (44), medici specialisti (49).
Giovani: parametri ok. A differenza di anziani e bambini, i giovani nel salernitano vivono bene, tant’è che la provincia si posiziona addirittura nella top 20, al 15esimo posto. Tra i plus c’è il gap affitti tra centro e periferia (2), le imprese che fanno e-commerce (5), l’imprenditoria giovanile (11) e il quoziente di nunzialità (13) che proiettano Salerno e la sua provincia nelle zone alte della classifica. Buone notizie anche da altri parametri, come gli amministratori comunali under 40 (39), bar e discoteche (34), mentre in picchiata verso il basso sono il saldo migratorio totale (82), aree sportive (106), canone di locazione (86), età media al parto (61), laureati (64) e disoccupazione giovanile (87). (La Città)
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