Abolizione vincolo terzo mandato, Palmieri: “Si ritornerebbe ai vecchi potestà” Pagina Facebook Voce di Strada Profilo Twitter Voce di Strada

"Nei piccoli centri il voto spesso è clientelare, ed è questo a generare sfiducia"

Roscigno. Abolizione del vincolo del terzo mandato nei comuni al di sotto dei 5.000 abitanti: la sostanziale novità, che arriva insieme con l’estensione al terzo mandato per quelli fino a 15.000 abitanti, sta creando disaccordo, una spaccatura tra chi è a favore e chi è contrario alla nuova norma. Ne abbiamo parlato con Pino Palmieri, sindaco di Roscigno.

Sindaco, lei cosa pensa dell’abolizione del vincolo del terzo mandato contenuta nella riforma elettorale?

Io non sono d’accordo. Perché siamo in democrazia e questa riforma ci proietterebbe indietro nel tempo, ritorneremmo ai vecchi potestà.

Tra le motivazioni della riforma c’è la difficoltà nel creare liste elettorali sui territori più piccoli.

“È una difficoltà che non si risolve con una norma del genere. La sfiducia nei confronti della politica è generata da altro: nei piccoli comuni a volte  il voto non è sempre  democratico.  Vince le competizioni elettorali chi ha la famiglia più grande o chi fa buon clientelismo, questa è la verità e bisogna avere il coraggio di dirlo a voce alta: manca il voto d’opinione“. 

Pensa che questa riforma possa o meno favorire l’avvicinamento dei giovani alla politica?

“E di quali giovani parliamo? Nei nostri territori sono molto pochi. Io sono andato via da Roscigno per fare il militare nel 1987. Sono tornato nel 2014, mi sono trasferito con la mia famiglia e ho trovato sempre le stesse persone che mi parlavano della Fondovalle Calore. Non è cambiato nulla, in giro c’è l’80 percento della stessa classe politica da decenni, ormai”. 

Cosa ne pensa, invece, del fatto che con l’abolizione del vincolo i sindaci avrebbero più tempo per portare a termine opere sui territori di appartenenza?

“Di quali opere stiamo parlando? Nei territori dell’area interna, a parte le opere che vengono pubblicizzate ma che di fatto non sono fruibili, non abbiamo progetti che hanno cambiato i territori. Ogni anno, a Roscigno, io conto circa 30 decessi a fronte di una o due nascite: l’unica opera che potremmo fare per il nostro territorio è l’ampliamento del cimitero. Bisogna parlare di dati oggettivi”. 

Se si votasse domani a Roscigno, si candiderebbe per il suo quarto mandato?

“Lo escludo già a priori. Mi bastano tre mandati e ho deciso di mettere un punto alla mia esperienza politica sul territorio. Spero, tra tre anni, di poter chiudere il mio percorso da sindaco consegnando ai cittadini le chiavi del presidio dei vigili del fuoco, opera davvero importante non solo per il nostro territorio, ma per l’intero comprensorio delle aree interne”. 

 

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