Piaggine. A un anno di distanza dalle elezioni che lo hanno visto trionfare, il sindaco di Piaggine, Renato Pizzolante, racconta ai nostri microfoni progetti e future iniziative per il territorio che amministra.
Quali sono state le attività più importanti portate avanti sul territorio?
“È stato un anno di intenso lavoro, faticoso ma anche ricco di risultati. Partendo dalla viabilità, abbiamo completato strade che non venivano toccate da oltre cinquant’anni e inaugurato altri percorsi di accesso diretto al Monte Cervati. Molti sono stati i progetti realizzati, tanti dei quali finanziati e già appaltati. Da ultimo, un progetto per l’elettrificazione di varie zone del paese, che ci hanno finanziato per 300.000 euro. Stiamo agendo sugli impianti sportivi, anche, nell’ottica di portare avanti un buon lavoro per il territorio“.
La Valle del Calore sta investendo molto sul turismo e sta crescendo tanto da questo punto di vista. Per Piaggine c’è qualche progetto in cantiere in tal senso?
“Noi stiamo investendo molto sulla montagna, la nostra unica fonte di turismo. Purtroppo, va detto che il nostro territorio si sta spopolando: vanno via circa quaranta persone all’anno, senza che vi siano nuove nascite. C’è uno spopolamento in atto che fa paura.”
Una delle problematiche che avverte il territorio, oltre allo spopolamento, è il disagio relativo alla sanità. Lei è dipendente dell’Asl Salerno presso il presidio ospedaliero di Roccadaspide. È di qualche settimana fa la notizia che l’azienda sanitaria ha trasferito quattro medici dal Psaut di Bellosguardo a quello di Capaccio Paestum. Cosa ne pensa?
“Sono rimasto veramente sconcertato durante l’ultimo incontro a cui ho preso parte. Si sta mettendo in discussione persino quel poco che abbiamo. Si pensa di sostituire un medico con un infermiere di famiglia, senza riflettere sul fatto che, nelle nostre zone, togliere un medico vuol dire regredire di trent’anni. È vero che abbiamo il presidio ospedaliero di Roccadaspide, ma ora è ridotto a un ambulatorio”.
A proposito di sanità, si era parlato di potenziamento del Dea Eboli-Battipaglia-Roccadaspide, ma ad oggi pare ci sia l’intenzione di creare un nuovo ospedale a Battipaglia e non si hanno notizie certe sulle sorti degli altri due presidi, soprattutto Roccadaspide.
“Il personale in ospedale a Roccadaspide manca. L’ho fatto presente anche al direttore generale, ma la verità è che è stata fatta una politica sbagliata, con dei trasferimenti operati senza nessuna sostituzione. Oggi siamo ridotti a uno stato di criticità e in più abbiamo un presidio privo di dirigenti: il direttore amministrativo non credo sia mai venuto in ospedale, e la direttrice sanitaria assicura la presenza una volta a settimana, ma non basta. Sono molto pessimista rispetto alle sorti del presidio, già quando si parlava di ospedale di comunità ho sempre detto che si trattava dell’anticamera della morte dell’ospedale”.
Secondo lei, come mai l’ospedale di Roccadaspide è nato bene, ha continuato male ed è finito peggio?
“Credo ci sia una volontà politica dietro tutto questo. L’ospedale è andato in declino quando siamo passati nel Dea con Eboli e Battipaglia, perché non poteva essere comparato con gli altri due presidi. Siamo stati bene fino a quando siamo stati con Vallo della Lucania, perché parliamo di un territorio affine al nostro e con esigenze simili”.