Altavilla Silentina. Reiterati atti di violenza nei confronti della moglie perpetuatisi per anni: condannato 38enne a due anni e dieci mesi. Giovedì la sentenza di Primo Grado del Tribunale di Salerno emessa dal giudice monocratico, Viviana Centola.
Una storia drammatica che ha visto vittima M.G.P 36enne, che per anni ha subito le violenze e i maltrattamenti tra le mura domestiche dal marito, con il quale è divorziata. Anni e anni trascorsi nella paura fino a quando nel 2017 ha avuto il coraggio di denunciare.
I maltrattamenti iniziano sin da subito dopo il matrimonio nel 2009
Nel procedimento giudiziario è stata assistita dall’avvocato Orietta Lettieri. La vittima ascoltata in aula ha dichiarato che l’uomo “la picchiava per qualsiasi cosa per gelosia o a una richiesta di non uscire e rimanere a casa”. Un atteggiamento violento continuato anche quando la donna era incinta. A bloccarla nel denunciare è stata sempre a paura delle possibili ritorsioni che il marito avrebbe avuto nei suoi confronti.
In ospedale costretta a giustificare lividi e ferite con delle cadute accidentali
E quando finiva in ospedale, accompagnata dal marito, per le lesioni riportate ogni volta era costretta a dichiarare che si era trattato di incidenti domestici, giustificando i lividi da una caduta delle scale o che era inciampata. Prima di raggiungere l’ospedale il 38enne diceva alla moglie cosa doveva riferire ai sanitari. Tra gli episodi più gravi quello consumatosi nel 2009 quando la donna in attesa del primo dei tre figli, al quinto mese di gravidanza venne colpita con calci e pugni alla testa e alla pancia tanto che, a causa dei dolori forti, fu accompagnata in ospedale dove partorì il neonato che poco dopo morì. Nel 2014 ad agosto, ha raccontato la donna ai giudici, il marito l’aggredì con un coltellino, gliela aveva puntato sulla pancia, e solo un caso volle che la lama si spezzasse e non riportò ferite. Nello stesso mese le lanciò contro un fornetto da cucina che riuscì a schivare. Anche in quel caso era incinta al terzo mese di gravidanza. Alla base dei maltrattamenti ci sarebbero stati motivi di gelosia. Un escalation di violenze che hanno coinvolto anche dei familiari di M.G.P. in particolare la madre.
In un episodio è stata colpita anche la madre della 36enne con una testata
Per un certo periodo, nei primi anni del matrimonio, infatti, la coppia aveva convissuto con la mamma della 36enne, che ha assistito agli episodi di violenza, che avvenivano frequentemente. Durante una lite la donna per difendere la figlia, che veniva picchiata dal marito, si è intromessa per difenderla ed è stata aggredita con una testata sul naso riportando una frattura. Le violenze e le vessazioni continue erano sia fisiche che verbali anche davanti agli amici. A complicare ulteriormente una situazione già drammatica il mancato e necessario sostegno economico alla famiglia da parte dell’uomo che lasciava la moglie priva del sostegno economico. Tutte le dichiarazioni della vittima delle violenze sono state ritenute coerenti e supportate da numerosi elementi durante l’istruttoria dibattimentale. E, finalmente dopo quasi sette anni è arrivata la sentenza di condanna. L’uomo non beneficerà di pene sostitutive al carcere “ visto le allarmanti modalità delle condotte” e “ la sua personalità pericolosa”. Inoltre in sede di esame ha “negato ogni addebito in ordine ai maltrattamenti”.